Le origini romane
“A quelli che giungono dal mare appare nel lido, Portovenere e qui - nei colli che ammanta l’ulivo - è fama che anche Minerva scordasse per tanta dolcezza Atene, sua patria”.
Con questi versi Petrarca, nel 1338, celebrava Portovenere e spiegava, indirettamente il perché del nome.
Storia e leggenda si confondono, ma data la bellezza del luogo, non è improbabile che vi fosse davvero stato eretto un tempio dedicato a Venere Ericina, forse costruito proprio sulla punta dove ora svetta la romantica chiesetta.
L’Itinerario Marittimo dell’imperatore Antonio Pio (161 d.C.) ci dà comunque la certezza che Portovenere esisteva come centro marittimo fin dall’epoca romana, con funzione di “portus”, il cui abitato era situato nell’area S. Pietro, attuale piazza Spallanzani.
Dall’età dei barbari al Medioevo
Di queste origini romane pagò abbondantemente lo scotto in piena età dei barbari. Nel 643 Portovenere era base della flotta bizantina contro i Longobardi. Fu, infatti, assalita e semidistrutta da Re Rotari, che aveva esteso il dominio longobardo alla Liguria marittima.
Nel Medio Evo il borgo fu interessato da un grande movimento monastico, testimoniato dal cenobio dell’isola di Tino. San Venerio fu uno dei perni di questo movimento dai notevoli risvolti economici e quindi di potere, tanto in terra ferma che in Corsica.
Oggi, a distanza di tanti secoli, Portovenere è l’unico borgo marinaro medievale rimasto strutturalmente intatto.
Il monaco Venerio
Il monaco Venerio è il protettore dei guardiani dei fari marittimi. Si racconta che accendesse sul Tino grandi falò nelle notti tempestose, per fare luce ai naviganti in difficoltà. Una leggenda gli ascrive anche l’invenzione della vela sul gozzo, una tipica imbarcazione ligure.
Viene festeggiato il 13 settembre. In quella occasione l’isola del Tino è visitabile e una serie di iniziative coinvolgono Portovenere. Molto suggestiva è la processione via mare che porta le reliquie di Venerio al Tino, dove sostano qualche giorno, per essere poi trasportate attraverso il Golfo a San Terenzo, punta estrema della baia di Lerici.
Il dominio di Genova
Nel 1113 Genova, che mirava a Portovenere come a un baluardo fortificato per difendersi dalla minaccia di Pisa, acquistò dal feudatario Grimaldo da Vezzano il territorio alle spalle della spiaggia, costruendo il Castrum Novum, stabilendo anche norme architettoniche precise, con case-fortezza sul fronte a mare, con la duplice funzione di abitazione e difesa in caso di assalti.
Insieme al borgo nuovo, che si snoda lungo “il carugio” (l’attuale via Capellini), tra il 1118 e il 1130 i Genovesi fecero costruire sul colle roccioso la chiesa ufficiale della colonia, la cattedrale di San Lorenzo. Di stile romanico è opera dei famosi Maestri Antelami (provenienti da Antelamo sul lago Maggiore). Nel 1160 i consoli genovesi fecero costruire una cinta muraria dotata di tre torri. Alla porta d’ingresso ancor oggi è visibile la scritta “colonia januensis”.
Intanto Pisa tentò di occupare Portovenere, ma fallì in due assalti (1165 e 1198): il castello era inconquistabile.
La conquista di Lerici
Nel 1256 i genovesi occuparono Lerici, aiutati dai Portoveneresi. In riconoscimento Genova fece costruire la chiesina di San Pietro sulle vestigia di una chiesa paleo-cristiana, nata a sua volta su un tempio pagano, dedicato alla dea Venere. I lavori furono ultimati nel 1277.
L’inizio del declino della colonia genovese arrivò in una fredda notte del 1340, quando il libeccio fece divampare un incendio improvviso che distrusse il “castrum vetus” nel piazzale San Pietro e la parte più alta del borgo. Portovenere rimase, però, legata a Genova. Subì poi l’attacco aragonese del 1494, che durò sette ore, con l’intervento di 34 galee e 14 navi. Furono le ardite donne portoveneresi a far fuggire i nemici, capitanate dal corsaro, anche lui portovenerese, detto “il Bardella”.
Dopo il Seicento
Nel 1575 Andrea Doria iniziò la sua azione politica e militare nel golfo di Spezia, ponendo le basi del moderno porto militare. Così nel 1606, a scopo difensivo, su uno scoglio battuto dal mare, sulla punta nord dell’isola di Palmaria, venne costruita la piccola fortezza della Torre Scuola, che fu poi bombardata dalla flotta inglese nel 1800.
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